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Credenze e superstizioni rappresentano modelli culturali con cui l'uomo tenta di dare un senso alla precarietà della propria esistenza, alla natura transitoria del suo essere, alla sua impotenza nei confronti dell'ignoto. Il soldato della Grande Guerra affronta questa eccezionale esperienza risignificando e personalizzando i contenuti e le pratiche della religione per un unico fine: salvarsi. Nel clima ostile della trincea la religione si mescola e confonde con la superstizione: il soldato crea percorsi propri e unici di resistenza materiale alla precarietà e incertezza di quelle forze invisibili e superiori che dominano lo scenario del fronte. Emerge dalle testimonianze dei combattenti raccolte in questo volume un assortimento di atteggiamenti superstiziosi unico nel suo genere. Fenomeni devozionali originali e allo stesso tempo tradizionali, perché basati sulle credenze popolari e su tutte quelle tipiche manifestazioni esteriori e materiali con cui l'uomo da sempre ha dato forma all'invisibile. Prefazione di Gianni Oliva.