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La storia della comunità maddalenina è stata sempre intrecciata con quella nazionale, sia per gli interessi che questa realtà di confine suscitava in campo politico, sia per l'importanza che essa rivestiva nelle strategie della Difesa nazionale. Verso la fine degli anni Cinquanta dello scorso secolo, e in seguito all'adesione dell'Italia alla Nato, i lavori in Arsenale ripresero a buon ritmo, dando la possibilità agli enti della Difesa di aumentare il numero dei dipendenti, civili e militari, e di creare nel contempo un importante circuito economico indotto. Furono gli anni dell''Isola Felice'. Lo sviluppo delle attività della Marina Militare recò un benessere diffuso ed equamente distribuito fra le famiglie isolane. In un ventennio, dal 1955 al 1975, si realizzò quella crescita economica che favorì, anche attraverso la scoperta delle bellezze ambientali dell'arcipelago, un tenore di vita mai raggiunto prima di allora. In campo politico e amministrativo furono gli anni del dominio pressoché incontrastato della Democrazia Cristiana. La comunanza degli interessi, politici ed economici, della classe dirigente isolana, con le istituzioni ai massimi livelli, portò a La Maddalena i presidenti della Repubblica che si succedettero, da Einaudi a Napolitano (tranne pochissime eccezioni), i capi di Governo, i ministri, i sottosegretari, le alte personalità politiche. L'Isola godeva del privilegio di potere contare su quei "tanti begli amici", che ne assecondarono l'espansione civile, che la proiettarono in una dimensione nazionale, e anche oltre. Negli anni Settanta, dopo l'insediamento di una base militare d'appoggio straniera nell'isola di Santo Stefano, si registrarono le prime contestazioni e i primi fermenti sociali, soprattutto da parte di quei settori della società e della politica che non condividevano le scelte del partito egemone, al Governo, alla Regione e al Comune. Il periodo descritto fu cruciale nella storia de La Maddalena, e fu vissuto altresì di fiere lotte di potere, combattute entro le sedi istituzionali e, più ardentemente, nei circoli cattolici guidati dalla parrocchia e nei salotti privati "laici".