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C'è negli aforismi di Andrzej Coryell, più che un gusto della variazione, una vera e propria furia combinatoria che lo porta spesso a esplorare i possibili risultati di un generale scompaginamento. Non evita, come è nella natura dell'aforista, di dare una sua fulminea interpretazione del mondo e dell'esistere ma spesso accetta di filtrare il tutto con maglie abbastanza larghe, indulge al piacere di ammettere l'opposto, di accogliere nella sua visione un ventaglio di altre possibili visioni, minimi scarti o slittamenti. A suo modo una saturazione, forse per scongiurare quel «silenzio» con il quale secondo l'autore saranno lapidati «i profeti moderni» (la divisione stessa dell'universo in capitoli sembra l'ennesima illusione di poter tracciare una mappa univoca).