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Cardine dell.indagine di questo saggio è il Sole tra Rinascimento e Modernità, nella sua doppia figura di metafora e allegoria. Un Sole sempre più centrale nell'universo, ma anche sempre più debole nella sua forza magico-simbolica, osservato attraverso le parole e le idee di due poeti quali William Shakespeare e John Donne. La mente di ognuno dei due poeti funge qui da "microcosmo" riflettente un "macrocosmo" che, nel breve periodo che divide cronologicamente i due artisti, sembra mutare al punto da diventare irriconoscibile. Nasce, in questo passaggio, la mente moderna. Alla fine del Rinascimento l'essere umano viene letteralmente sbalzato fuori dal paradigma cosmologico in cui viveva da secoli e proiettato verso un universo in movimento caotico. Qualcosa di molto interessante avviene e questo saggio lo rivela: la sfera del fuoco, che declinava il divino nella cosmologia antica, medievale e rinascimentale, muta fino a ridursi solo a fuoco d'amore tra due esseri umani. Si opera qui un cambiamento nella percezione umana che è pietra miliare del nostro stesso sentire contemporaneo, un senso di estraneità verso la natura di cui è importante capire la genesi.