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La menoniana denuncia di Dio, in tema con il linguaggio poetico, immaginifico e intuitivo, non della asciutta cronaca prosastica finalizzata a chiarificare i messaggi in comunicati della piccola risonanza semantico-emozionale, è per questo tanto più incisiva e incontestabile, per così dire: la poesia non mente e certo il linguaggio non sa mentire troppo bene, ma appunto quello poetico mente meno di tutti gli altri in quanto più vicino allo stato iconico con cui si presentano i significati inconsci, in particolare quelli del poeta Paolo Menon.