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Paride Falchi (1908-1995) è stato uno dei più fecondi maestri della pittura padana nel novecento. Nato a Casalmaggiore ma sabbionetano fino alla scomparsa, Falchi ha saputo ritrarre l'ambiente della sua terra con risultati forse ineguagliati: i tramonti, le lanche fluviali, la vita nel borgo e le sperdute steppe padane immerse nella neve o avvolte nella nebbia: secondo Renzo Margonari si tratta del "maggior paesaggista padano del suo tempo", mentre Vittorio Sgarbi lo colloca tra Simbolismo e Neorealismo. Il catalogo, curato da Ombretta Falchi e Maurizio Romanato, fa riemergere dall'oblìo un protagonista indiscusso del novecento padano, un pittore prolifico seppure lontano dalle correnti artistiche, fedele al proprio gusto e alla propria poetica, certamente poco avvezzo alla mondanità dell'arte. Nel volume troviamo una ricca riproduzione di opere scelte, molti testi critici, ricordi e scorci biografici di un grande nome dell'arte italiana.