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Mantova, 1949: la guerra è finita ma le sue ferite non si sono ancora rimarginate. Nelle campagne lo scontro tra lavoratori della terra e agrari è senza esclusione di colpi: la povertà e le speranze di cambiamento da un lato e l'arroganza e il privilegio dall'altro, alimentano lotte sociali dure e imponenti, brutalmente represse dallo Stato. Il giovane bracciante Dialma vive in prima linea i quaranta giorni di agitazione insieme ai suoi compagni del sindacato e del Pci, con tutto l'entusiasmo e la spavalderia dei suoi ventitré anni; proprio il suo carattere lo condurrà nei guai e nel vortice di una storia più grande di lui. È l'inizio di una nuova guerra - fredda - il cui svolgersi nazionale e internazionale si riverbera fin sulle placide acque dei fossi della provincia. Un racconto corale che scorre attraverso le vite, le passioni e le ribellioni di donne e uomini protagonisti di un passato dimenticato troppo in fretta, un cono d'ombra nella storia che torna prepotentemente a interrogarci.