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Questo libro nasce dal convincimento profondo che la psicoanalisi, per essere davvero cura con le parole, debba essere anche cura delle parole. Nella cornice analitica le parole andrebbero manipolate e smontate come fanno i bambini con i giocattoli, e rigenerate per tendere la loro consistenza, ritrovare il colore, avvertire la vibrazione, ascoltare il suono, annusare l'odore. La parola insegue l'ombra del pensiero e dell'emozione e a volte l'anticipa per evitare che si dissolva, si espone al logorio dei significati o può corrodersi come le cose mute nella loro impassibile arroganza. Ecco perché la talking cure non può che essere anche talking care, e la verbalizzazione si configura come mezzo e insieme fine della terapia. Solo fermandosi senza memoria e desiderio in prossimità dei suoi germogli la parola (lat. parabola) può essere davvero e letteralmente parabola, ovvero può raccontare una storia, tracciare una direzione, indicare un senso. Il volume è dedicato alla psicoterapia duale e gruppale di orientamento psicoanalitico e alla formazione di analoga matrice.