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Li vedi lì, gli occhioni sbarrati, le mani strette ai corpi delle madri, madri distratte, incapaci di cogliere la loro necessità di stare adesi e protetti. Alcuni possono parlare con i padri solo attraverso il telefono. Voi siete i figli di... e tutto si tace. Basta il nome perché l'incomprensibile si schiuda alla comprensione assoluta. Un non-senso che la magia del nominare avvolge in un senso cui non è necessario aggiungere orpelli. Abissali zone d'ombra, buchi di senso, coartazione dei pensieri propri dell'età: voi siete i figli di... e tutto repentinamente fa impettire. Li vedi lì e li posizioni su di un crinale: si divincoleranno dalla piovra, oppure poggeranno orgogliosi e tristi le piccole scarpe sempre più grandi su quelle orme impresse dai padri, orme incitanti, orgogliose, magnetiche? In questo volume l'alveo è l'apparato psichico complesso, dinamico e insieme sistemico, così come concepito dalla Psicologia Analitica di C.G. Jung. In quest'ottica si dipana la formulazione di un progetto di intervento in un carcere di massima sicurezza; progetto non ispirato a classificazioni psicopatologiche o criminologiche, ma a una concezione del benessere psicologico del padre detenuto mafioso, inteso come massima integrazione possibile delle dimensioni intrapsichiche e transpersonali della mente. Presentazione di Lella Ravasi Bellocchio.