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La raccolta di biografie degli imperatori romani da Adriano a Carino, e dei loro coreggenti ed usurpatori, convenzionalmente designata come "Historia Augusta", è riconosciuta come l'opera più enigmatica trasmessaci dal mondo antico. Attribuita dalla tradizione manoscritta a sei autori di età dioclezianea e costantiniana, è caratterizzata da anacronismi, incongruenze e contraddizioni interne che restituiscono un quadro intenzionalmente distorto della storia di Roma imperiale. In questo volume si argomenta che l'"Historia Augusta" sia stata composta negli anni finali di Stilicone, o nel decennio successivo alla sua morte, da un litteratus pagano della cerchia dei Nicomachi, convinto assertore dell'impossibilità di scrivere opere storiografiche senza fare ricorso al mendacium, e dell'eternità di Roma, destinata a dominare l'ecumene, in un futuro caratterizzato dalla restaurazione dell'ordinamento repubblicano e della religione pagana.