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Gerusalemme non è solo una città tra le altre, è un simbolo e un punto di riferimento della civiltà orientale e occidentale e quel che capita là in forme sotterranee e complesse riguarda anche noi. Tuttavia, i tipi umani che a Gerusalemme si possono incontrare non sono gli stessi che possiamo trovare in Europa. Innanzi tutto, il sionismo, diffuso in Israele come l'ideologia che fa da collante alla sua storia statuale, distingue profondamente chi possiamo trovare là da chi vive qua, anche se non tutto il sionismo è omogeneo: c'è un sionismo religioso e uno laico; uno di matrice socialista e un altro conservatore; uno epico, mitico pionieristico e un altro, invece, più legato alle piccole cose, alla sola storia individuale e intima. A Gerusalemme non ci sono solo ebrei: sono presenti con diversa caratura tutte e tre le religioni monoteiste, ciascuna con un'articolazione interna assai accentuata. Ad esempio, nel cristianesimo ci sono i cattolici, i greci ortodossi e i protestanti, e questi tre filoni del cristianesimo presentano grandi autonomie reciproche. Sono tutti cristiani, ma diversamente cristiani. Anche tra i palestinesi rinveniamo diversità enormi: una cosa è il professore universitario che insegna chimica a Hebron, altro è invece l'attivista anti israeliano, appartenente a gruppi militarizzati. C'è poi il vasto campo del volontariato internazionale che lavora, silenzioso e fattivo, negli ospedali, nei villaggi, nelle piccole città. Molte lingue, tanta differenziazione sociale, molteplici prospettive umane convivono in questa complessa città, oggetto di infinite diatribe e di mille questioni irrisolte. Gerusalemme, tuttavia, continua la sua vita martoriata, e il libro parla di soggetti umani che in città consumano la loro esistenza, adattandosi, chi più chi meno, alle particolari caratteristiche urbane locali. Con tredici storie, in un'ottica irrituale e curiosa, Giuliano Della Pergola racconta l'elaborazione simbolica che sta avvenendo in una Israele modernizzata.