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Nelle origini del racconto moderno il "Decameron" svolge la funzione anticipatrice di una grande opera-mondo, destinata ad irradiare in Europa una nuova idea di 'esemplarità' narrabile: il grande paradigma di una ragione solidale, che reagisce all'insidia della dissoluzione con una visione problematica e insieme costruttiva del rapporto con la realtà. Un rapporto che sa farsi teatro, talora spettacolo di piazza, evento-narrazione ad alta densità 'scenica'. L'inclinazione performativa, attraverso il sapido ingrediente dell'ascolto attivo e del commento, è alla base del dialogo novellistico inscenato della brigata decameroniana. Le Giornate del 'Progetto Boccaccio', sintetizzate nei contributi di questo volume, mettendo a fuoco da punti di vista diversi la peculiare teatralità dell'arte novellistica boccacciana, hanno rivolto lo sguardo alla fenomenologia articolatissima e mai scontata dei rapporti fra i generi e gli stili che affiora dalla straordinaria polifonia del mondo decameroniano. Una polifonia che non soltanto illumina la tradizione novellistica, ma delinea, nella sua speciale natura aurorale, i caratteri originalmente polimorfici del "narrativo italiano", che sono anche la base genetica della moderna letteratura europea.