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Gli strumenti compensativi - dalla calcolatrice agli audiolibri al tablet - sono stati percepiti come mediatori didattici dai forti "poteri magici", capaci cioè di risolvere le specifiche modalità di apprendimento di chi presenta un disturbo. In realtà si è venuto delineando un quadro ben diverso: la loro applicazione, interpretata come una concessione particolare e facilitante, ha spinto molti studenti a considerarli marcatori di diversità. È necessario abbandonare la logica degli strumenti compensativi solo per le persone con dsa, per passare a quella della strutturazione di percorsi didattici inclusivi che, avvalendosi anche della tecnologia, rendano l'apprendimento più efficace per tutti, nessuno escluso.