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Nel riaffermare il diritto alla formazione di quanti vivono situazioni di esclusione sociale, vengono individuate strategie educative e di qualità adottabili nella progettazione e nella pratica pedagogica, nella convinzione che la loro tenuta in contesti problematici ne valorizzi l'estendibilità a situazioni formative ordinarie. In questa prospettiva viene collocata la necessità di ripensare il trattamento rieducativo realizzato in carcere come diritto alla formazione e come esperienza capace di orientare, costruire/ricostruire e consolidare l'autonomia e l'indipendenza del pensare e dell'agire.