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Da Platone a Nietzsche, i filosofi non hanno smesso di confrontarsi con Eraclito, attraversando il suo pensiero alla ricerca del proprio. Nel Novecento la sua voce è tornata a risuonare con forza nella fenomenologia tedesca. Ripercorrendo le grandi interpretazioni di Eraclito offerte da Martin Heidegger, Eugen Fink e Klaus Held, questo libro ne ricompone per la prima volta il mosaico teoretico, sottolineando la prossimità tra il logos del pensiero arcaico e l'esercizio fenomenologico dell'ascolto e della visione. Richiamandosi alla purezza dello sguardo aurorale sul mondo, assimilato al bagliore di una fiamma, Heidegger non ebbe timore di affermare: "Eraclito non ha descritto i fenomeni, li ha visti, semplicemente".