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Le rapide e complesse mutazioni, che per necessità si tendono a riassumere entro il fenomeno globalizzazione, hanno provocato e provocano, in ogni luogo, lo sfaldarsi di stili di vita, oltre che effetti di sradicamento, di spaesamento, di insicurezza individuale e collettiva, tali da farci diventare un po' tutti "migranti in casa nostra", costringendoci, di fatto, a ripensare il senso del nostro abitare, del nostro far comunità, del nostro far lingua. Sono questioni decisive che, come tende a dimostrare questo saggio, informano le ragioni poetiche, i movimenti e i "gesti" dello stile complessivo di Andrea Zanzotto, in particolare nell'"operazione" che il poeta solighese produce per "Il galateo in bosco". In quest'opera l'esperienza dell'attraversare e sostare in bosco si propone quale intensa e necessaria metafora di un abitare che chiede ad ognuno di noi di partecipare ad una perenne venuta al mondo dei territori. È una nascita che, in Zanzotto, ha il ritmo dell'originarsi stesso di quella parola poetica attraverso cui passa la rinascita del soggetto, così come del suo più intimo abitare le lingue, i luoghi e il mondo.