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"Una storia d'amore in versi ma che si scinde e moltiplica nel tempo e nello spazio e prima di risfociare in se stessa passa persino per la Lione del 1933, dove il giovane Jankélévitch affascina i suoi liceali. Le diverse vie della narrazione, che in Italia ci portano a Milano, Ferrara e Roma, hanno tutte uno "smilzo controviale" filosofico dove il giovane studente innamorato (e cinefilo, e calciatore 'sospeso a mezza classifica') è esposto, assieme alla sua ragazza, al vento erotico delle 'ultime buone idee a disposizione' -nella fattispecie francesi. Un libro stravagante, struggente e sapienziale. Se lo leggerai, lettore, ti potrà capitare di chiederti 'se per caso vi si sia intrufolata una qualche/ verità, così per sbaglio, utile chissà mai/ a tirare avanti ancora un po' l'inganno/ dolce di voler capire, venirne a capo'." (Gilberto Sacerdoti)