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Questo romanzo racconta di un ragazzo, Pim, che, finita la scuola, sceglie un mestiere e decide la sua vita: diventare macellaio, il più bravo macellaio del mondo; studiare anatomia, sezionare quarti e mezzene, aprire un negozio a Parigi. È una scuola dura, ma tutto si supera quando c'è la vocazione. Anche se Pim ha un modo tutto suo di fare i conti con la carne: si identifica con gli animali portati al macello, carezza le ragazze cercando sotto la pelle i quarti e le fese, tende alla perfezione in ogni gesto pietoso ed esatto. Pim s'incarna in un cavaliere pronto allo scontro, al gran torneo degli arrosti, alla sfida di disossare un vitello come se la sua carne rosa fosse il cuore di una principessa. È un boia che piange lacrime di tenerezza per un maiale, che sogna di chiudersi nel corpo squartato di una mucca, che non è mai sazio della sua passione. Ed è un ragazzo: lungo, allampanato, morbido, serio come un angelo, modesto come un artista. Questo romanzo racconta una strana storia d'amore perché, come spiega l'epigrafe di Lévi-Strauss, "il modo più semplice per identificare l'altro con se stesso, è sempre quello di mangiarlo".