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Zefiro e Clori è dedicato a un bellissimo affresco proveniente da Pompei e ora nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il grande affresco, che misura 198 cm in altezza e 258 in lunghezza, fu realizzato in età neroniana, cioè negli anni 50-60 del I secolo dopo Cristo e rinvenuto nella Casa del Naviglio, scoperta a Pompei già agli inizi del 1826, ma liberata completamente dalle terre di seppellimento solo alla fine dello stesso anno. Già gli scavatori dell'epoca che si ritrovarono davanti agli occhi l'affresco di Zefiro e Clori capirono di trovarsi di fronte a una delle più belle pitture di Pompei. Agli abitanti della casa in cui era stato realizzato questo grande dipinto probabilmente erano familiari le storie raccontate da Ovidio, non solo quelle di dei e di mortali che si trasformavano per amare o per sfuggire a una passione non condivisa, ma anche le storie che spiegavano l'origine delle feste del calendario romano, da ricordare in ciascun mese, e tra quelle del mese di maggio c'era la storia di Zefiro e Clori. Il dipinto pompeiano, per il soggetto rappresentato, fino a ora non ha confronti, anche se le singole figure o i gruppi derivano da modelli ampiamente sfruttati che si possono osservare in altre case di Pompei. Valeria Sampaolo ci guida passo a passo nella lettura dell'affresco, grazie alle splendide e inedite fotografie di Luigi Spina. Scopriamo con loro le figure, i simboli e i rimandi mitologici di quest'opera meravigliosa.