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Jean Dubuffet, circondato da André Breton, Jean Paulhan, Benjamin Péret e molti altri, avvia nel maggio 1948 il progetto di pubblicare un Almanach de l'Art Brut. I dodici quaderni, uno al mese, presenteranno i lavori di più di quaranta autori e creatori all'epoca poco noti, se non del tutto sconosciuti: Gaston Chaissac, Aloïse Corbaz, Robert Tatin, Adolf Wölfi, Germain Vandersteen... Jean Dubuffet scrive un trattato di pittura e un calendario dei santi, come in ogni almanacco, che irride il mondo dell'arte dell'epoca. Il manoscritto è pronto per essere inviato all'editore nell'ottobre 1948, ma alla fine non sarà pubblicato. Questo ponderoso volume di oltre 500 pagine è conservato presso la Collection de l'Art Brut di Losanna fin dalla sua apertura nel 1976. L'edizione odierna, sotto forma di riproduzione, permette di ripensare il contesto dell'invenzione dell'Art Brut e fa luce sui legami stabiliti tra i mondi dell'arte, della letteratura, della psichiatria e dell'etnologia nell'immediato dopoguerra. Un apparato iconografico basato sui documenti fotografici dell'epoca illustra i testi, per lo più inediti.