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In un Medioevo spagnolo di borghi vivaci e luoghi mistici, dove il mondo degli uomini si confonde con quello degli spiriti, quando l'audacia e l'ebbrezza eccedono la misura, ecco svelarsi l'orrore. L'orrore è ciò che attende oltre il limite da non oltrepassare, oltre il timore per il soprasensibile, oltre gli avvertimenti non ascoltati. Sovrumano come un Miserere urlato dagli scheletri, maestoso come una sinfonia che evoca le forze del cielo, il sentimento religioso spesso s'intreccia con il sublime. Ma l'orrore si genera anche da ciò che è umano, dalle passioni, dall'ambizione, dal desiderio incontrollato. L'amore stesso appare come un sortilegio. Nelle otto leggende, pubblicate tra il 1860 e il 1863, Bécquer si dimostra abile poeta in prosa, capace di strappare brividi e sussulti, attraverso pagine dall'intensa qualità visiva e musicale.