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Sullo sfondo di deserti infiniti, cactus e lunghe strade silenziose, si consumano i residui del sogno americano. Spazi sterminati si chiudono in luoghi claustrofobici: una camera di motel, una stanza d'ospedale. Il degrado si fa emblema di rapporti familiari ambigui e destinati a una dissoluzione drammatica: in "Pazzo d'amore", due amanti, fratello e sorella ignari di esserlo, ingaggiano una lotta spietata e insensata. In un cantuccio isolato della scena, siede il padre di entrambi, il solo che sa. In "Menzogne della mente", una donna vittima della violenza del marito spera nel teatro come via di fuga, ma realtà e finzione sono confusi da lui che la aggredisce e la crede morta. La verità si proietta in un gioco disorientante di specchi. La doppia scena, illuminata di volta in volta a metà, segna l'incomunicabilità delle parti, marcando a fondo l'isolamento che schiaccia i personaggi.