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Il racconto che segue ha molte componenti autobiografiche a cui l'autore ha attinto; nasce in lingua sarda, idealmente rivolto all'amico non più dello stazzo ma del tzilleri, il pub sardo. Il corvo di Pedra Majore è la voce narrante, l'occhio che, dall'alto, osserva la piccola scena svolgersi, intrisa di nostalgia della sua terra. Solo chi è lontano da casa può capirne appieno il valore, la lontananza aiuta l'intensificarsi del rapporto affettivo con la propria terra e con le radici, alimentando un desiderio impossibile da soddisfare, che è quello del ritorno. Questa sottile frustrazione vuole diventare il filo conduttore dei racconti, ispirati a viaggi reali.