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Storicamente, nei paesi mediorientali, una delle forme pittoriche maggiormente diffuse è stata l'illustrazione dei manoscritti. Le miniature più antiche e ricche giunte fino a noi sono quelle che accompagnano la traduzione araba dei testi scientifici greci. Con l'avvento dell'Islam, nel VII secolo, la pittura figurativa si sviluppa in parallelo con l'arte della calligrafia. Grazie al suo carattere particolare, l'alfabeto arabo si presta benissimo a un uso decorativo. Scrittura e pittura, inoltre, sono considerati due aspetti della stessa forma espressiva, dato che il calligrafo e il pittore usano il calamo nella stessa maniera. Non corrisponde del tutto al vero l'idea che, nel mondo musulmano, la rappresentazione della figura vivente sarebbe proibita o quantomeno tollerata solo fra i musulmani sciiti. In realtà, la proibizione della raffigurazione dovrebbe riguardare solamente l'immagine di Dio, che è considerato irrappresentabile (un'idea questa, radicata nel monoteismo abramico che si oppone direttamente al politeismo idolatra).