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"L'appassionata ricerca di Vincenzo Arena (...) ci fa riflettere su qualcosa che è doloroso ammettere. E cioè che fare il giornalista in terra di mafia significa da una parte toccare l'essenza della professione, dare notizie oportune et importune, a qualunque costo, senza calcoli, ma dall'altra viverne la crisi di identità. Proprio le storie dei giornalisti ammazzati dalla lupara e le testimonianze di quelli minacciati, come dimostrano le più recenti statistiche che il libro documenta, dimostrano che ci sono sì coraggiosi testimoni di un giornalismo degno di se stesso, ma che il loro esempio è motivo di studio, di ricerca, di ricostruzione; sempre meno di emulazione. Arena ci conduce per le tante storie che hanno caratterizzato il rapporto tra mafiosi e giornalisti; ci racconta come andava un tempo e come va oggi. E ci ricorda che l'esperienza giornalistica di chi ha pagato con la vita è un atto di fiducia nell'intelligenza dei cittadini chiamati proprio dall'informazione a scrollarsi di dosso la tirannia criminale". (Dalla Prefazione di Marco Frittella)