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Luciano, amico/amante della grande Eugène, noto come sobillatore alla polizia, aspetta il momento opportuno di vendicarne la morte scatenando una sorta di rivoluzione, ma è preceduto da altri che, attraverso l'espediente della maschera applicata al viso, vogliono farsi passare per seguaci della grande Eugène. Nella rivolta tre sono le fazioni, una delle quali, quella di Luciano, che non si batte apertamente sul terreno, ma che gioca tra le altre due, è costituita da analitici privi di capitali. Chi dà a questi soggetti i quattrini per fabbricare l'arma decisiva per l'esito finale del conflitto? Raffaele, il capitalista che ha scommesso su di loro e li finanzia. Una volta annientate le due fazioni avverse dei conservatori e dei progressisti, Raffaele riemergerà per pretendere la sua fetta di potere. Mirella, sorella di Raffaele, potrebbe essere il pegno dell'alleanza tra Luciano e Raffaele, ovvero tra il rivoluzionario e il Capitale. Così come al termine della storia inizia a sospettare Maria Ilaria, l'Io narrante e probabilmente la gabbata della situazione, la vagheggiata "Terra Promessa" correrà il rischio di restare un'utopia.