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Il caso letterario e politico di Ignazio Silone e la personalità unica dell'uomo-scrittore non smettono di intrigare: i suoi libri continuano ad attirare quanti riscontrano in lui una straordinaria esigenza di essenzialità e di verità e subiscono il fascino di una evocazione spirituale che va oltre le appartenenze. Ricollegando la sua vena artistica all'itinerario di una coscienza tormentata e inquieta, nel bel mezzo di scenari politici e culturali particolarmente complessi, questo libro si pone dalla parte di quei lettori per i quali gli scritti di Silone riflettono un'anima maturata dal dolore. Alla luce della documentazione biografica e autobiografica e delle riflessioni maturate attraverso i suoi personaggi letterari, emerge infatti l'inquietudine come la categoria siloniana per eccellenza: un'inquietudine che, stando a cavallo tra la passione e la follia, sollecita alla ricerca della verità. "Se dipendesse da me, passerei volentieri la mia vita a scrivere e riscrivere lo stesso libro: quell'unico libro che ogni scrittore porta in sé, immagine della propria anima, e di cui le opere pubblicate non sono che frammenti più o meno approssimativi."