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Di grande respiro e originalità, I racconti di Villapluvia abbracciano un ampio arco storico: dagli anni Sessanta dell'Ottocento, fino alle due guerre mondiali e alla tragedia del Vajont (1963). Vi si coglie il temperamento di uno storico, non ignaro della lezione delle Annales, specie nella rivisitazione di usi e costumi che innerva le tante microstorie dei singoli, ma si apprezza anche il dominio dello strumento linguistico, capace di metafore non usuali (le gibigianne di un ottimismo sconsiderato) e di rare allusioni folcloriche (le anguane, le ninfe fluviali dai piedi di capra).