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"La persecuzione sistematica e violenta degli eretici medievali, decisa nello scorcio del secolo XII, intesi come perturbatori ed eversivi di ogni ordine e come forza disgregante e corruttrice della società e del Bene comune, viene estesa a tutti indistintamente (eretici, credenti, fautori, ricettatori) in forma generalizzata e indifferenziata [...] e teorizzata al grado unico, più elevato di ogni altro, di criminalizzazione". È in questo fondamentale passaggio, dopo la coesistenza di tendenze alla persuasione pacifica e alla conversione coatta, che si inquadra il percorso che condurrà all'istituzione del tribunale dell'Inquisizione. Il volume propone una lettura innovativa della fase storica in cui si venne negando ogni spazio al dissenso religioso, per poi analizzare la progressiva degenerazione del sistema repressivo verso gli scopi distorti dell'"Inquisizionopoli".