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Da adolescente Lijia lavora in una fabbrica di missili a Nanchino, una fabbrica-prigione dell'era maoista. Storie di libertà negate. Di vite controllate fin nell'intimità: la fila tutti i mesi davanti alla "polizia mestruale" per dimostrare di non essere incinta. La fabbrica come microcosmo che riproduce al suo interno tutte le caratteristiche del regime comunista. In quegli anni, Lijia sogna di diventare una scrittrice. E per fuggire alla prigione, scopre lo studio dell'inglese, la passione per gli abiti e le mode occidentali, il sesso, l'anticonformismo. E poi il supporto attivo alle proteste di Piazza Tiananmen nel 1989, la militanza politica durante le dimostrazioni operaie, l'arresto.