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Bologna, 14 marzo 1963. Ombretta rientra in casa nel primo pomeriggio; è tormentata, la decisione che deve prendere è più grande di lei. Ha appena incontrato il prof. Zanello e le notizie che ha appreso sulle condizioni psichiche di Carlo non sono per niente rassicuranti. Il neurologo è stato chiaro: allontanarsi per qualche tempo dal marito con effetto immediato. Ma come può lasciarlo solo in un momento così delicato? E i figli? No, il solo pensiero di sfaldare la famiglia in questo modo la distrugge. Quel che Ombretta ancora non sa è che la scelta che prenderà in quelle ore cambierà il suo destino. Per sempre. Qualche ora più tardi si riunirà con i suoceri e con il medico di fiducia, i quali la convinceranno a seguire il consiglio dello psichiatra. Si arrenderà così, a malincuore, alla temporanea separazione, ma rimanderà tutto al mattino seguente. Un procrastinare che risulterà fatale. Mai avrebbe immaginato che quella notte sarebbe stata, per lei, l'ultima. Questo volume raccoglie anche tutta la sentenza emessa dalla Corte di Assise di appello che si legge come un romanzo per i dettagli e la scorrevolezza ricostruttiva della tragedia che negli anni '60 lasciò con il fiato sospeso Bologna. Una vicenda che coinvolse la scienza, la stampa italiana e un vasto pubblico che accorse in aula per assistere al processo.