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Non è il solito libro sulla storia della Juventus. Nessun noioso racconto delle res gestae bianconere, ma è qualcosa di molto simile al catalogo di una grande mostra, allestita in una virtuale pinacoteca juventina e contenente i ritratti di tutti quei personaggi che hanno rappresentato qualcosa per il club più titolato d'Italia e per i suoi 14 milioni di tifosi. Una scanzonata, divertente e dissacrante serie di vignette, ciascuna accompagnata dalla sua bella e corposa "didascalia" che ne tratteggia il profilo. È il personale museo bianconero inventato dall'estro di Benny e Marcello Chirico, rispettivamente l'artista e il text-editing. Uno (Benny) ha creato le opere, l'altro (Marcello Chirico) le ha commentate. Ognuno dei due alla propria e inconfondibile maniera. Insieme, da buoni "juventini-doc", hanno scelto chi inserire nel loro museo. Ovviamente l'intera rosa del trentesimo tricolore, dopodiché le 50 stelle della hall of fame ospitata all'interno dello Juventus Stadium, quindi una serie di giocatori juventini, secondo gli autori, meritevoli di un riconoscimento per quanto fatto in bianconero. I ritratti degli allenatori più celebri e, in fondo, quasi in una sorta di "sala asettica" separati da tutto il resto (perché non meritevoli, secondo loro, di starci) i "reprobi": quelli che la Juve l'hanno prima abbracciata e poi tradita. Perché noi juventini non dimentichiamo.