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Il ritrovamento del quaderno annotato fitto da un misterioso vagabondo fa da espediente narrativo per questo viaggio distopico nella geografia urbana contemporanea. Nella sua fantasticheria malinconica lo scrittore martinicano Patrick Chamoiseau, già vincitore del Premio Goncourt con Texaco, allestisce una scenografia slegata da confini fisici e temporali, intrecciando passato e futuro, male e bene, orrori e meraviglie. Con sguardo visionario e profetico rilegge il passato e ipotizza un destino fatto di stratificazioni tra città-discarica e comunità immateriali. Ancora una volta, per lo scrittore creolo la città è al tempo stesso ripugnante e vitale, promessa di un futuro diverso e specchio impietoso del passato. La traduzione di Elena Pessini è pubblicata qui con testo a fronte e accompagnata da alcune suggestive illustrazioni.