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La curiosità per il significato dei toponimi e per i motivi che li hanno giustificati nel tempo, in particolare per quelli più criptati, attira da tempo immemorabile l'interesse degli studiosi, in particolare di dilettanti che, senza alcuna informazioni di tipo linguistico, si sono occupati dell'etimologia, procedendo ad orecchio. La ricerca etimologica richiede innanzitutto un metodo di indagine, per cui all'interpretazione si arriva non già sulla base di semplici assonanze con parole della propria o di altre lingue, bensì per ricostruzione scientifica, là dove possibile, dello spirito originario enucleato dalla comunità proponente. Occorre dunque uno sforzo per miscelare in un unico sistema di ricerca protostoria, storia, geografia, sociologia, antropologia e linguistica o, meglio ancora, archeolinguistica. Si deve - a parere di Gian Carlo Tusceri - arrivare, procedendo a ritroso nel tempo, alla riconduzione del significato sul significante che lo ha prodotto, per uno scopo ben preciso. Da ogni sito, così come da ogni oggetto che ci circonda, promana un messaggio inequivocabile che, travolti dalla civiltà dei consumi spesso non udiamo più, o fraintendiamo.