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Un luogo comune che si è abbastanza radicato nella storiografia ufficiale vuole la Calabria produttrice più di briganti che di seta. Anche questo luogo comune possiede un fondo di verità. Se riflettiamo, infatti, sulle cause prime del brigantaggio politico e del banditismo sociale, l'affermazione rimane per noi parzialmente vera per gran parte degli anni del Viceregno spagnolo e del decennio di dominazione francese: finché la sericoltura ha garantito un relativo grado di benessere anche ai contadini. Alle "vurganti" (operaie calabresi addette al bigatto) e ai piccoli imprenditori del settore, minore è stata l'incidenza dei fenomeni di ribellismo individuale o di rivolta armata per bande, combattuta più o meno consapevolmente dal ceto rurale. Il memoriale di Giovanni La Motta ci mostra questo aspetto e altri della società, riportandoci alle cause reali della rivolta meridionale all'immobilismo borbonico.