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Le opere di Sigismondo Arquer e Giovanni Francesco Carmona sono accomunate da un intreccio di tematiche dove il tragico, dapprima, investe potentemente la sfera personale fino ad annientarla, per lasciare, infine, la scena al comico della satira antivillanesca, trastullo buffonesco di un'aristocrazia arrocata nei suoi privilegi. Le Coplas a la imagen del Crucifixo dell'Arquer, schiudono il panorama teatrale in Sardegna offrendo una potente testimonianza drammaturgica, attraverso la rappresentazione delle sofferenze patite nelle carceri dell'Inquisizione a Toledo: lucida anticipazione dell'orrenda sorte di essere bruciato vivo sul rogo. Nelle Alabancas de los Santos de Sardena, del Carmona, si trovano echi e riprese che riconducono agli ambiti del teatro spagnolo e della produzione drammatica italiana. Sataniche figure scappuccianti convivono con celesti creature doloranti, sulla dimensione del presente vissuto, in cui la storia pare, tuttavia, perdere di prospettiva e tutto, anche il mistero codificato dai rituali, si riconduce al quotidiano.