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Il volume propone un ricordo familiare e amichevole di Henry Moore, le vacanze trascorse in Versilia, le visite in Inghilterra, i giorni della preparazione della "mitica" mostra del 1972 al Forte Belvedere a Firenze. Nell'introduzione Dominique Papi sostiene che «i racconti di Anna Maria, così poetici, spiritosi e vivi permettono di comprendere i lati umani di questo straordinario scultore Henry Moore. Il lavoro di Giorgio, sempre presente in questi viaggi con le sue diverse e molteplici macchine fotografiche, è quello di offrirci la "visione" di quanto vissuto, così com'era».