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Linguaggio scarno, per quanto possibile ridotto all'essenziale. Come premere il tasto "invio" sul computer per visualizzare senza tante parole. Anche perché la storia è molto semplice, è quella di un uomo che scopre di avere un cancro, come ogni giorno capita a tanti. La quotidianità del male, tra i silenzi della speranza e la voce dell'amore. Ho scritto quello che il cancro mi ha impresso. Come se una Nemesi o un odio intangibile ogni momento segnassero contro, per distruggere anche la mia memoria. Perché peggio dell'ira di chi ha subito un torto, peggio della maledizione dei poveri, è aspettare impotente, vedendo chiaro quale sarà la mia fine. "Ogni riga o ruga è lì dove deve stare, perché il volto rivela con grazia impudica chi siamo stati e chi saremo: funamboli in equilibrio su un filo sospeso tra cielo e terra. E anche se il filo ondeggia paurosamente, noi galleggiamo lì sopra. Questo è il limite, e questa è la nostra forza. Perché l'equilibrio è sempre un miracolo."