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Un consumatore prevedibile, solitario e smarrito davanti a una parete di dispenser apparentemente tutti diversi tra loro; lo spettatore ilare e mansueto di qualsiasi show, show food compreso naturalmente; il titolare di un profilo social appetibile che cerca di corrispondere a modelli predefiniti, proprio "come tu mi vuoi". Tra illusione e seduzione, percezione e autopercezione, ci si lascia scegliere o si cerca di capire e distinguere, a partire dalle parole che usiamo. Nel libro, alcuni spunti di riflessione su come parliamo di cibo, e qualche tentativo di ricognizione su quei progetti che, in una regione come le Marche, assecondano la vitalità delle sue diversità.