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Il caso Tiraboschi rappresenta un momento chiave per comprendere le dinamiche, in particolare quelle politiche, che caratterizzarono la Resistenza marchigiana. La destituzione di Vittorio Amato Tiraboschi dal Comando provinciale di Ancona, disposta il 7 giugno del 1944 dal comandante della Divisione Marche Alessandro Vaia, fu il culmine dello scontro per l'egemonia tra le due principali anime del movimento di liberazione regionale, quella azionista e quella comunista. Questo volume, grazie all'utilizzo di nuovi documenti, fornisce un ritratto inedito del comandante Primo e del suo ruolo nella Resistenza, gettando nuova luce anche su quei fatti che segnarono drammaticamente la fase più acuta della guerra di liberazione come l'omicidio di Goffredo Baldelli e gli eccidi di Cingoli e Arcevia. Ne esce un quadro complessivo scevro da pregiudizi ideologici, in cui la Resistenza non viene presentata solo come una rassegna di atti eroici. Certo ci furono anche quelli, ma per diventare tali dovettero fare i conti con la pesantezza della storia, con le contraddizioni, le divergenze, le piccolezze. Ecco allora che la narrazione della realtà in questo caso acquista una valenza letteraria.