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"Per alcuni minuti vissi con un senso di appagamento interiore: sentivo assai la sia pur momentanea lontananza di questo mio figlio soldato (il minore dei miei figli) e il desiderio di vederlo e di abbracciarlo mi prendeva, specie nelle ore della sera, come una sottile angoscia che mi rendeva un po' irrequieta. Ora, fra pochi giorni, questo Settembre, saremmo andati da lui: l'8 settembre, aveva detto. Come una stilettata questa data mi aveva colpito, risvegliando istintive risonanze dal fondo del mio cuore. Non ci feci caso dapprima... Qualche giorno dopo, mentre con mio marito ci si recava in auto a Caserta, mi trovai improvvisamente a riflettere sugli eventi e sulla coincidenza significativa di tale data: ora, in quel giorno, ero invitata ad assistere a una parata militare in tempo di pace, a una cerimonia celebrativa, in una caserma moderna e ben attrezzata... Altra gioventù, altre divise mi passarono innanzi agli occhi... Ero più giovane di lui quell'8 settembre 1943, con meno esigenze e tante illusioni ancora; ero a Numana: sfollati, si diceva."