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Il neoegiziano è la lingua scritta e parlata in Egitto durante il Nuovo Regno e il III Periodo Intermedio (dalla XVIII alla XXIV dinastia). La "nuova" lingua (detta anche la lingua di Akhenaton, o la lingua dei ramessidi), che trae origine da forme rare e tardive del Medioegiziano, si afferma durante il regno di Akhenaton e perdura per buona parte dell'età ramesside sino all'epoca tarda. Peculiarità del neoegiziano è la sua vocazione "popolare" mediante l'uso di forme di comunicazione più essenziali e circoscritte (per lo più destinate a supporti come il papiro, con uso prevalente della scrittura ieratica) atte a limitare la complessità espressiva della matrice lingua classica. Il neoegiziano è dunque risultato di una sapiente riformulazione ed adattamento di selezionate strutture grammaticali preesistenti, quale efficace veicolo di comunicazione del quotidiano, capace di contemplare corrispondenza, testi amministrativi, testi funerari e religiosi, miscellanee scribali e composizioni a sfondo mitico e teologico. Le lezioni confluite nel presente volume, frutto dell'insegnamento universitario e della ricerca scientifica, costituiscono utile percorso introduttivo su uno dei fenomeni più interessanti e rilevanti della Civiltà dell'Antico Egitto.