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"La legge 92/12 ha limiti evidenti ma può contribuire a risolvere nodi storici del mercato del lavoro, causa di lacerazioni profonde: la regolazione della flessibilità nell'accesso al lavoro; il contrasto agli abusi e alle degenerazioni della flessibilità; il dualismo tra inclusi ed esclusi negli ammortizzatori sociali; la flessibilità in uscita (che però non è affatto il problema principale del nostro mercato del lavoro, come si pretende). Il Governo, in sintonia con le Regioni, è chiamato a dare sostanza alle politiche del lavoro per quella "prospettiva di crescita" che, dichiarata nel titolo della legge, fa fatica a prendere corpo. Sarà fondamentale stabilire un circuito virtuoso tra flessibilità e buona occupazione e dare vita a un sistema di ammortizzatori sociali inclusivo, legato alle politiche attive per la ricollocazione dei lavoratori. Un ruolo centrale spetta alle forze sociali e al sindacato, cui sono affidate forti responsabilità: nei contratti nazionali e aziendali per la regolamentazione delle tipologie lavorative, nella procedura di conciliazione per i licenziamenti, nella costituzione dei Fondi bilaterali di solidarietà e nella loro gestione. Per quanto la riguarda, la Cisl è pronta a fare la sua parte." (Raffaele Bonanni)