Baci, stupri e lestofanti: i crimini nel Seicento tradotti da Eliseo Danza di Iandiorio Virgilio - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Baci, stupri e lestofanti: i crimini nel Seicento tradotti da Eliseo Danza

  • Autore: Iandiorio Virgilio
  • Editore: ABE
  • Isbn: 9788872972694
  • Categoria: Storia d'europa
  • Numero pagine: 128
  • Data di Uscita: 31/10/2021
  • Collana: Notai e avvocati del Regno di Napoli
29,00 €
Esaurito

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Ecco un secondo volume dedicato ad Eliseo Danza, il giurisperito di Montefusco. Sono nuovi episodi simpatici, grotteschi, a volte inattesi e spesso violenti, trattati con maestri da Danza e tradotti per noi dal preside Iandiorio, in linea con il percoso già avviato in collana. Nel 2016, infatti, venne pubblicato il "Crimine nel Seicento", un' intervista immaginaria al Danza sui reati più frequenti ai tempi suoi, cioè nel secolo decimosettimo. Nella sua opera De Pugna Doctorum, il primo volume edito a Trani nel 1633, il secondo a Montefusco nel 1636 e il terzo a Napoli nel 1642, con un'emissione successiva del 1648, egli espone molti casi di sentenze presso i tribunali del Regno di Napoli dopo disamina accurata della punibilità degli imputati secondo le leggi in vigore. I testi di natura giuridica, abbondanti nel XVII secolo, sono stati in genere trascurati dalla letteratura, forse perché ritenuti troppo tecnici e specifici in materia di legislazione civile e penale. A leggerli, però, si ritrova uno spaccato di vita vissuta, anche se porta alla luce quanto di più abbietto possa esserci nell'uomo. Omicidi, rapine, stupri, violenze inaudite di un uomo contro i suoi simili. Eliseo Danza era nato a Montefusco nel 1584, dove morì nel 1660. Nei suoi tre volumi De Pugna Doctorum descrisse una quantità notevole di casi giudiziari, molti dei quali discussi nella Regia Udienza della sua città, che era capoluogo del Principato Ultra fino al 1806, quando i Francesi venuti nel Regno di Napoli decisero di trasferire il capoluogo del Principato ad Avellino. Anche per questo secondo volume, l'esposizione dei fatti è lasciata alle parole del Danza. Poiché tutta l'opera è scritta da lui in latino, bisogna mettere in conto che la traduzione in italiano potrebbe generare qualche fraintendimento. Dobbiamo avere chiaro che trattiamo di fatti avvenuti quattro secoli fa; e in questo tempo molte cose sono cambiate, e la sensibilità nostra potrebbe reagire in maniera diversa rispetto agli episodi criminali del passato. Alcune controversie riportate in questo secondo volume riguardano, più propriamente, il diritto civile, come il problema di potersi fregiare del titolo di città da parte della Terra di Atripalda. E poi questioni attinenti al reato di offesa alla religione (blasfemia) e agli uomini (ingiuria). Il capitolo finale è sulla violenza fatte alle donne; il reato di stupro doveva essere molto frequente a quei tempi, se ad esso il Danza riserva particolare attenzione. La sensibilità nostra considera insopportabile e ingiustificata qualsiasi forma di violenza fatta alle donne. E questi reati non vanno mai prescritti nella nostra memoria.

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