Ludovico Reuccio fantasma. Il baliato di Luigi II D'Angiò Incoronato a III re di Napoli. 1386-1389 di Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Ludovico Reuccio fantasma. Il baliato di Luigi II D'Angiò Incoronato a III re di Napoli. 1386-1389

  • Autore: Bascetta Arturo , Cuttrera Sabato
  • Editore: ABE
  • Isbn: 9788872970638
  • Categoria: Storia d'europa
  • Numero pagine: 128
  • Data di Uscita: 15/03/2022
  • Collana: Cronache Regno di Napoli fra 1400 e 1500
35,00 €
Esaurito

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I primi dieci anni di matrimonio di Maria e Luigi furono dedicati alla costruzione di una famiglia su basi solide. Il grande amore che ne scaturì faceva trascorrere il tempo in una visione della vita all'ombra del castello, senza alcuna partecipazione attiva a Corte. Due lustri che furono di rodaggio alla felicità della famiglia più che a quella delle popolazioni del Ducato. Finalmente Maria restò incinta e si intravide un erede. Erano trascorsi dieci anni di matrimonio quando dalla coppia della maison de France nacque il primo dei tre reali venuti al mondo. In realtà fu una femmina, Marie (1370-1383), che non potrà ricevere nessuna felicitazione, perché, ancor prima di qualsivoglia matrimonio, fu sopraffatta dalla morte, sopraggiunta in tenera età, avendo chiuso gli occhi a soli 13 anni. Ma ecco che dopo 17 anni di matrimonio arrivò l'atteso Luigi II (1377-1417) Duca d'Angiò, titolo sul groppone unito a quelli di Napoli e Provenza, seguito, tre anni dopo, da Carlo del Maine (1380-1404), poi Principe di Taranto, morto a 24 anni. Fu allora che i duchi d'Angiò cominciarono a concentrarsi sui propri stati, a cominciare dalla Provenza, ad essi assegnata dalla Casa reale, entrando nelle grazie dell'antipapa, che lo scisma religioso aveva stabilito in Francia. Già nell'aprile del 1379, dopo aver creato una corte autonoma ad Avignone, l'antipapa cominciò a stimolare Luigi d'Angiò, spronandolo a combattere dalla sua parte. Le promesse erano allettanti e l'investitura a generale papalino in cambio del «Regno di Adria», l'equivalente del Regno di Puglia, apparve la vera alternativa allo stato pontificio del papa di Roma, quello che Carlo III, uccisa la Regina, tenne a sé ben stretto e sottomesso a Napoli. Nel maggio 1382, Clemente VII, pur di ricreare in nome di Dio il patrimonio ravennate, ripartì dalla marca dei Normanni che ne fu vicaria. L'antica villa di Copertino, feudo di Luigi de Brienne di stanza a Venosa, suo gonfaloniere avignonese in Italia, fu la scelta giusta per investire Luigi d'Angiò direttamente del titolo ereditario di Re del Regno di Sicilia, sebbene fosse tutto da riconquistare, proprio come ai tempi dei Normanni. Dopo aver ricevuto omaggio dal Re in pectore, Clemente permise a Luigi di divenire figlio adottivo di Giovanna I di Napoli, al posto dello snaturato durazzesco, e ordinò al suo esercito di proseguire la marcia in aiuto della Regina, attaccata dall'ingrato nipote Carlo III. Luigi partì deciso e contento, accompagnato dai conti Pierre di Ginevra (fratello dello stesso Clemente) e da Amedeo VI di Savoia, suo generale, sostenuto a distanza dalla consorte. La futura Regina partecipò alla lotta per sostegno morale, prima con tante lettere e in un secondo momento, in maniera più attiva, con aiuti materiali ed economici. Scontri locali inattesi però frenarono, e non poco, l'evolversi della riconquista del Regno di Sicilia, essendo quei militi osteggiati da nobili contrari a continuare la sottomissione verso Giovanna I. Ma non solo. Maria si ritrovò da sola a fronteggiare anche la fastidiosa rivolta, capeggiata, in più luoghi della Provenza, da improvvisati sostenitori di Carlo III, divenuto il principale nemico del marito...

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