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L'infamia originaria, che viene qui riproposto a quarant'anni dalla sua prima edizione (1977), è uno dei primi e dei più importanti testi teorici del femminismo italiano, che conserva intatto il suo potenziale di rottura e di provocazione. Il lavoro di Lea Melandri, che nasce dall'esperienza della rivista "L'Erba Voglio", è una critica che investe al tempo stesso l'ordine economico e quello sessuale che, «si implicano e si sostengono reciprocamente». La scoperta della contraddizione di sesso, dell'infamia originaria che segna la società patriarcale, diventa quindi il punto di partenza per mettere in discussione le forme consolidate e tradizionali dell'agire politico, quelle stesse che venivano irrise dal movimento del settantasette.