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Una presa di parola collettiva dei tanti protagonisti di quella enorme e complessa operazione politico-giudiziaria contro i movimenti che è passata alla storia come "processo sette aprile"; il giorno del 1979 nel quale scattarono a Padova e a Roma i primi arresti di docenti universitari, attivisti dell'Autonomia, studenti, sindacalisti, accusati di essere i "vertici del terrorismo". Attraverso queste voci viene rievocato quel clima, caratterizzato dall'urgenza dello Stato e del Partito Comunista di annullare il conflitto sociale che interessava da un decennio il nostro paese e che metteva in seria difficoltà il sistema dei partiti. Il "teorema Calogero", dal nome del pubblico ministero della Procura padovana che condusse l'inchiesta, alla fine crollò come un castello di carte. Ma il carcere, la criminalizzazione delle realtà di movimento, dalle assemblee ai giornali, dai collettivi alle radio, aprirono una nuova stagione della Repubblica, impostata sulla vendetta giudiziaria come mezzo di risoluzione dello scontro sociale e politico. A distanza di trent'anni quelle voci che furono incarcerate e imbavagliate riprendono a parlare e si trasformano in atto d'accusa verso una grande vergogna della Repubblica.