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Come si viveva nella Berlino comunista degli anni Cinquanta e Sessanta, con le sue assurdità, i suoi drammi, i suoi stravaganti personaggi, le sue regole ferree e le sue ingenuità? Tra spie, truffatori, innumerevoli agenti della Stasi, militari russi, burocrati e antifascisti convinti di aver finalmente fondato "lo stato degli operai e dei contadini". Un giornalista italiano, impegnato in quegli anni in una improbabile radio voluta dal Pci, racconta la sua esperienza di quel tempo, gli incontri con la nomenklatura del partito, con personaggi come Bertolt Brecht, con ribelli, malcontenti e sorveglianti, amori e amicizie. Restituendoci la vita di un paese che sembra oggi scaturito da pura fantasia, ma che è stato invece una drammatica pagina di storia europea, con i suoi paradossi, e anche con le sue speranze.