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Un motivo comune attraversa questa raccolta di scritti brevi: è possibile pensare, ancora oggi, all'inconscio come soggetto del desiderio? E, soprattutto, è possibile pensare l'inconscio non al passato ma all'avvenire? Sotto al divano dello psicoanalista scorre sempre una strada, un quartiere, una città, una civiltà. Questo libro testimonia la vocazione sociale della psicoanalisi. Come inizio il volume presenta il ritratto di tre maestri del Novecento che hanno saputo pensare il soggetto senza imprigionarlo in una monade ideale: Freud, Sartre e Lacan. Il centro del volume riguarda la natura del legame sociale nel tempo dell'impero dell'oggetto di consumo. Un totalitarismo soft prende corpo dalle ceneri fumanti dei totalitarismi fondati sull'imago del Padre totemico. Per concludere, il binomio Civiltà e disagio nell'epoca dominata da ciò che Lacan ha chiamato il "discorso del capitalista". Quali forme hanno assunto il disagio freudiano della Civiltà, la nuova psicologia delle masse, le nuove manifestazioni sintomatiche? Quali immagini possono testimoniare questa nuova condizione dell'essere parlante?I testi del volume sono frutto della collaborazione dell'autore con "Il manifesto".