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Per millenni la demolizione è stata, insieme alla conservazione, elemento fondamentale per comporre le città e quasi sempre la demolizione è stata la premessa di una nuova costruzione, la parte iniziale di un processo attraverso il quale si è prodotto, per sovrapposizione, il "senso" della città. Oggi la demolizione è ancora l'atto di costruzione di un nuovo ordine, lo strumento fondamentale per l'attuazione di un disegno urbano? O serve solo a determinare nuovi valori di mercato e a concretizzare un occasione fondiaria? Oppure, in alternativa, a "risarcire" precedenti devastazioni? Oggi è ancora vero che si produce "senso" attraverso l'accumulazione e la crescita, oppure si può "sottrarre per produrre senso"?